La mattina dopo, sabato 28, partenza per Trento. Abbiamo così percorso il primo passo. L’Oppio. Poi L’Abetone. Molto bella la strada e molto bello il luogo. Scesi verso Modena abbiamo preso l’autostrada A22 con direzione Peschiera del Garda. Breve sosta in riva al lago, che poi abbiamo costeggiato fino a Riva per poi proseguire per Toblino e Trento. Alla sera ci siamo ricongiunti con gli altri che erano partiti il sabato mattina. Alla fine eravamo in 18. L’avvicinamento è concluso. Siamo pronti.

Domenica 29 prendiamo la mitica statale n. 48 delle Dolomiti. Quando siamo a Predazzo giriamo verso il Passo Rolle. Arrivati in cima al passo ci fermiamo per ammirare il panorama ed in particolare il gruppo delle Pale di San Martino. Non male come inizio. Scendiamo poi verso Fiera di Primiero, giriamo per il Passo Cereda dove poco dopo ci fermiamo per il pranzo. Per digerire ci facciamo anche il passo San Pellegrino. Arrivando a Moena ci concediamo una sosta per un gelato. La sera sostiamo a Campitello di Fassa. Breve visita a Canazei.

Lunedì 30 ci aspettano 4 Passi (al posto del Campolongo faremo il Fedaia).

Partiamo da Campitello e passando per Canazei prendiamo la strada del passo Fedaia.

Ci fermiamo al lago e visitiamo il museo della grande guerra. Da lì, passando per Malga Ciapela e dando anche un’occhiata ai Serrai di Sottoguda, proseguiamo per Caprile e “giriamo” su per Arabba. Prendiamo la strada del Passo Pordoi. Bella. In cima sosta e foto. Scesi dal Pordoi affrontiamo il Sella per scendere poi verso Selva di Val Gardena e, attraversando Santa Cristina, arriviamo alla nostra meta Ortisei. Breve visita, con pranzo, a questa bella “capitale” della Val Gardena e dei Ladini. Si riparte e ritorniamo sui nostri “passi” verso il bivio per Passo Gardena. Lo affrontiamo e qui avviene il primo e unico inconveniente del viaggio. A Piergiorgio (il presidente) si rompe il filo della frizione. Per fortuna (o per saggia previdenza) aveva il ricambio con se e poteva riprendere il viaggio. La nostra sosta serale sarà Colfosco, in una bella pensione familiare, con cena a La Villa.

L’indomani mattina, Martedì 31/05, per motivi familiari (rischio divorzio) 2 persone abbandonano il viaggio per far ritorno a casa. Noi invece partiamo da Colfosco e scendendo per pochi chilometri la Val Badia, passando poi per San Cassiano, saliamo al passo Valparola. Sosta al museo, visita alle trincee austriache e foto a tante marmotte che, probabilmente abituate alle persone, non avevano nessuna paura di noi.

Da li passando per il passo Falzarego scendiamo in direzione di Selva di Cadore per prendere una delle più belle strade delle Dolomiti. Quella del Passo Giau.
Uno spettacolo. Si arriva in cima godendo di una strada magnifica. La vista è superba ed è bella anche la discesa verso Cortina (Video discesa).

Andiamo in albergo per lasciare le borse e di nuovo saliamo per la strada del Passo Falzarego, con sosta pranzo, per arrivare al parcheggio della funivia che molti di noi prendono per una visita alle gallerie di mina e anche per la vista che da li sopra si gode. Torniamo giù a Cortina abbastanza presto in modo da lasciare alle signore il tempo di una visita alla città e alla famosa Cooperativa. L’indomani mattina, e siamo già arrivati a Mercoledì 1 giugno, andiamo a Innsbruck.

Prendiamo la strada per il Passo delle Tre Croci, passiamo per il Lago di Misurina (con sosta caffè e foto di contorno) e ci dirigiamo a Dobbiaco. Prendiamo la statale della Val Pusteria in direzione Bressanone ma dopo pochi chilometri facciamo una deviazione per il Lago di Braies. Uno spettacolo. Bellissimo! Proseguiamo per la Val Pusteria e arrivati vicino Bressanone deviamo per il Brennero. Arrivati in cima al valico ci fermiamo per il pranzo. Appena risaliamo in moto arriva la prima pioggerellina del viaggio che ci costringe a mettere le tute antipioggia. Scendiamo lungo la statale verso Innsbruck e non possiamo non notare la cura dei luoghi e delle case.

Arriviamo in città e troviamo un albergo in pieno centro a 50 metri dalla famosa Pagoda d’Oro. Passeggiamo per il centro della città. Le signore vorrebbero fare acquisti ma purtroppo per loro i negozi alle 18,00 chiudono. L’albergo è bello. (sembra anche che ci abbia dormito Mozart) ma molti di noi non riusciranno a dormire. Abbiamo le camere proprio sopra la strada, che è centralissima, ed è un viavai continuo, per tutta la notte, di ragazzi con grida e schiamazzi.

Giovedì 2 ripartiamo. Arriveremo a Merano. Percorriamo la statale 171 che và verso Bregenze poco prima di Imst giriamo per Oetz e passando per Solden ( sembra uno scioglilingua) iniziamo a salire verso il Timmelsjoch, in italiano Passo del Rombo. Stupendo.

La strada verso il passo è a pagamento. Sia il passo vero e proprio sia la barriera per il pedaggio sono in territorio austriaco.

Saliamo con la neve ancora presente ai lati della strada. Ci fermiamo su al passo, a 2509 metri di altezza slm.. Foto di rito e poi giù fino alla Val Passiria. Tornanti e curve da mozzafiato. Telefoniamo per trovare una sistemazione per la notte ma a Merano gli alberghi sono tutti pieni. Per fortuna troviamo una pensione carina ed economica a San Martino in Val Passiria.

Lasciamo le nostre cose e ripartiamo per Merano, distante una decina di km e poco più, dove ci fermiamo per un paio di ore. Oltre a girare per la cittadina abbiamo anche il tempo di prendere una seggiovia monoposto che ci porta su ad un punto panoramico. Birra con ottima vista su tutta la vallata.  Venerdi 3 è per me il grande giorno. Ci aspettano 3 passi di cui 2 belli “tosti”.

  

Lo Stelvio e il Gavia con il Tonale di contorno. Più di un centinaio di tornanti e non so quante curve. Percorrere la Val Venosta è una rottura di scatole. E’ solo trasferimento e traffico a non finire fino al bivio che indica Lo Stelvio. Un mito per me. Erano anni che aspettavo questo momento.


 Ci fermiamo prima di iniziare la salita. Forse per prepararci meglio a gustare quello che ci aspetta. Il primo tornante ha un cartello con scritto: 48° tornante. Tutto un programma. Saliamo in ordine sparso. Ci si ferma per ammirare il panorama e la strada percorsa. Ci si ferma per fare delle foto. Ci si ferma anche solo per ritardare il momento di arrivo su al passo. Uno spettacolo. Quando arrivi sei appagato. Al passo c’è una marea di moto parcheggiate alla rinfusa anche in mezzo alla strada. E’ un giorno feriale e penso che la presenza di tutta questa gente dipenda anche dal fatto che la strada è stata riaperta da poco. Tedeschi in numero esagerato.

Ammiro quelli che salgono in bicicletta.

Fenomeni.

 

Ci fermiamo per pranzo. Un panino con salciccia e crauti. Un caffè. Siamo pronti per scendere verso Bormio.

Purtroppo arriva la pioggia. Le previsioni la davano. Ma è una pioggia che rimane in quota. Scendendo smette di piovere. Attraversiamo la periferia di Bormio e prendiamo la strada per la Valfurva. Attraversiamo Santa Caterina e cominciamo a salire verso il Passo Gavia. Ritroviamo la pioggia e questo personalmente mi disturba non poco. La strada a salire è ridotta male per dei lavori effettuati. Volevo “gustarmi” il Gavia, “assaporandolo” piano piano. Ma con la pioggia tutto cambia. La strada è stretta e le precauzioni aumentano.

Incrociamo pochi motociclisti. Ci fermiamo ad un rifugio sperando che smetta e invece niente, continua. La discesa sarà lenta, non ci sono protezioni, il panorama bello, la strada magnifica. In alcuni casi è larga solo 2,5 metri. Quasi alla fine incrocio uno con un camper che inizia a salire. Incrociandolo gli faccio cenno che secondo me è matto.

Ma ci devo tornare. La devo rifare. Con il sole.

Arriviamo a Ponte di Legno e giriamo per il Passo Tonale. Niente di che. Scendiamo in Val di Sole e smette di piovere. Dobbiamo trovare un albergo per la notte ma essendo relativamente presto decidiamo di avvicinarci a Trento. Un nostro compagno di viaggio conosce un albergo su al Bondone. Ci mancava un’altra montagna oggi. Però la strada per salire è ottima. Un buon albergo. Buona scelta venire fin quassù. Il Bondone non lo conoscevo, ci avevo sempre girato intorno.

Fermiamo le moto in garage consapevoli che le montagne vere sono “finite”. Il viaggio vero e proprio è terminato. Ora ci aspettano 2 giorni di ritorno verso casa.

Sabato 4/06 è per molti il 1°giorno di riavvicinamento. Ci si divide. Chi decide di tornare direttamente a Roma chi di andare verso la Liguria e chi come me ed altri di andare verso l’adriatico. Vorrei passare da Urbino per salutare mio figlio che studia lì.

Percorriamo la statale del Brennero fino a Verona. Bella strada, non l’avevo mai fatta. Prendiamo l’autostrada A 22, a Bologna giriamo verso la costa adriatica e usciamo a Forli.

Vorrei fare la strada che passa per Castrocaro Terme, Santa Sofia per poi scendere a Bagno di Romagna. Ci perdiamo ( anzi è colpa mia) e facciamo un po’ di km in più del dovuto. Al Passo del Carnaio (ma non erano finiti i passi?) ritroviamo la pioggia. Ci mancava. Ci accompagnerà fino a poco dopo Sansepolcro prendiamo la strada del Passo di Bocca Trabaria (un altro!) che ci porterà fino alla valle del Metauro, Urbania e poi Urbino.

Arrivati in città, ormai intorno alle 21, ci rechiamo all’albergo prenotato e dopo una veloce rinfrescata andiamo a cena in centro. Li trovo mio figlio che mi aspetta e che viene a cena con noi.

La mattina dopo, Domenica 5, ce ne andiamo da Urbino e dopo pochi km ci fermiamo al Passo del Furlo. Breve sosta e via fino a Gubbio. Decidiamo di fermarci per una breve visita a questa splendida città. La conosco bene ma è sempre un piacere tornarci. Da lì sarà una tutta una tirata fino a Roma. Benzina permettendo.

Tra Perugia e Terni però brutti nuvoloni ci inducono a fermarci sotto la tettoia di un autogrill. Mai scelta fu più azzeccata. Dopo un po’ si scatena un nubifragio. Ci bagniamo anche stando riparati. Aspettiamo che la pioggia cali e ripartiamo sperando di girargli intorno. Dopo qualche decina di km per fortuna smette di piovere.

La ritroveremo a Ponzano Romano, la pioggia, e ci accompagnerà fino a casa.

Arrivati. Moto in garage. Viaggio finito. Purtroppo!!

Avevo timore che il numero di partecipanti avrebbe creato qualche problema. Invece no. Tutto è filato liscio. La simpatia e la capacità di adattarsi di tutti ha fatto si che sia andato tutto bene.

Complimenti a tutti noi. E’ stata una bella esperienza.

Grazie. Walter.