Le moto sono tutte belle, spesso nuovissime e ben equipaggiate per i lunghi viaggi, ma tra queste ce ne sono tre che appaiono “diverse”; il profano non nota subito la differenza, ma un occhio attento scopre presto che hanno in più una lunga storia alle spalle.
Sono tre motociclette in voga negli anni ’70 e ‘80, che conservano intatte nel tempo personalità e affidabilità; sono robuste, generose, essenziali, spartane: tre bicilindriche raffreddate ad aria, trasmissione a cardano e ruote a raggi. Eccole in assetto di viaggio:
una Moto Guzzi 850 T3 del ‘76 (regolarmente portata a 1000 cc) di Fabio (nostro meccanico nonché navigatore satellitare),
una Moto Guzzi850 T3 del ‘77 (1000 cc anche per lei) di Emiliano (Chef diplomato, nostro cuoco di fiducia)
ed una BMW R 80 G/S del ’84 (800 cc) di Piergiorgio (redattore incaricato per l’evento).
Per la cronaca tutti facenti parte del nostro Moto Club Vecchia Roma.
L’impegno che viene richiesto alle nostre motociclette è presto detto dalla tabella di marcia che prevede: Pirenei, Costa nord atlantica della Spagna, Portogallo, Algarve, e ritorno; circa 6000 km in 20 giorni.
Una notte in nave e il pomeriggio del giorno dopo siamo a Barcellona; solo uno sguardo a questa città che appare nuova, pulita, piena di fontane zampillanti, di semafori snervanti …. ma noi siamo smaniosi di lasciare la Catalogna per iniziare il nostro lungo viaggio.
Il 3 luglio, rasentando Andorra, entriamo in Francia e ci dirigiamo verso i PIRENEI; il tempo è bello e, abbandonate le città, la strada sale e guadagna gradualmente quota; a 1915 metri scaliamo il nostro primo colle, il Col de Puymorens e proseguiamo verso SEIX dove giungiamo dopo aver superato altri due passi e percorso 310 Km.
I Pirenei sono una bella catena montuosa ed è nostro intendimento viverli al meglio; il giorno dopo continuiamo pertanto a percorrerli attraversando più volte i confini tra Francia e Spagna con un itinerario molto tortuoso. Sulla nostra strada due colli famosi: il Col d’Aspin (m 1489) ed il COL DU TOURMALET (m 2115) mitica scalata del Tour de France.
Paesaggi suggestivi ed emozionanti che ci inducono a frequenti soste a bordo strada per respirare l’aria fresca a pieni polmoni ed ammirare meglio la natura che ci circonda e che nessuna foto nè descrizione potranno mai riprodurre. E poi tornanti accattivanti in successione, manto di asfalto perfetto, motocicletta in ordine: il cocktail giusto per un vero godimento. In salita per chi ha più tiro, e in discesa per chi ha freni più potenti, il divertimento è sempre e comunque assicurato.
Dopo una giornata esaltante pernottiamo presso il camping di GAVARNIE, stazione climatica francese, con l’intento di scollinare il giorno successivo in Spagna. Purtroppo al mattino successivo scopriamo che al posto della strada non c’è che un sentiero pedonale e pertanto torniamo sui nostri passi. Questo contrattempo ci consente però di ammirare altri due valichi con paesaggi favolosi, il Col de Sourol e Col d’Aubisque.
Rientriamo in Spagna attraverso Port de Larrau; abbiamo percorso circa 800 Km di strada sui Pirenei e non siamo ancora stanchi; vorremmo scalare ancora altri colli, ma ci avviciniamo al Golfo di Guascogna e anche la voglia di vedere l’Atlantico è tanta. In breve siamo in vista della rada di San Sebastian e osserviamo per la prima volta l’onda lunga dell’oceano e i surfisti che si cimentano in questo sport.
Percorriamo in senso antiorario un primo tratto di strada costiera a picco sull’oceano che talvolta transita così vicino all’acqua che gli spruzzi delle onde raggiungono la sede stradale. Ci viene da pensare come saranno questi luoghi durante l’inverno, con le perturbazioni e i forti venti.
Alla fine della nostra tappa giornaliera (360 Km)giungiamo a BILBAO, famosa anche per la presenza del GUGGENHEIM, museo di arte moderna; potrebbe non piacere a tutti, ma a noi ha fatto una buonissima impressione; abbiamo comunque atteso pazientemente che Fabio (dimostratosi anche esperto di arte contemporanea) osservasse con cura anche l’ultima opera esposta nell’ultima sala del museo. Riprendiamo la marcia in direzione La Coruna; temevamo un po’ il caldo torrido della Spagna in agosto ma, a sorpresa, ci attende una ondata di maltempo con piogge sparse e temperature in discesa, fino a 12° che hanno comunque convinto il nostro navigatore (che guida quasi sempre senza guanti, celata alzata e giacchetto jeans) ad appesantire i suoi vestimenti ed infilare la tuta anti acqua.
Domenica 9 agosto, dopo 294 Km di freddo e piogge sparse, finalmente il tempo migliora e giungiamo a La Coruna dove ci attende uno stupendo Camping con piazzola panoramica con vista sull’oceano. Siamo vicini ad un’altra delle nostre mete prefissate: il CAPO DE FINISTERRE, il lembo di terra più occidentale del continente europeo. La località è famosa anche perché punto di arrivo del leggendario “CAMINO DE SANTIAGO” un percorso di 880 Km che parte dai Pirenei francesi e viene percorso in pellegrinaggio dai seguaci di San Giacomo.
Il mitico Km 0.00 del Camino di Santiago
Qui è stata realizzata una suggestiva “ara” , sempre accesa, dove i pellegrini, alla fine del loro viaggio, bruciano un indumento come vuole la tradizione. Il tragitto, o parte di esso, va percorso a piedi oppure in bicicletta; noi l’abbiamo coperto in moto .. cicletta ma ci dicono che così non vale. Ci dispiace che gli organizzatori non siano appassionati delle due ruote a motore, neppure d’epoca, ma non ce la prendiamo e raggiungiamo comunque la cattedrale di SANTIAGO DE COMPOSTELA, località a poche decine di chilometri nell’entroterra, ove è sepolto il santo.
Raggiungiamo ancora la costa e finalmente possiamo lavare i nostri piedi nelle acque gelide dell’Atlantico in una splendida rada dai colori caraibici. Martedì 11 entriamo in Portogallo e, superata Braga, raggiungiamo PORTO, famosa per la sua splendida baia naturale e per il suo vino rosso dolce liquoroso apprezzato in tutto il mondo; Porto vanta una stupenda posizione, una apprezzabile architettura ma appare molto degradata e sporca.
In serata, dopo 368 Km, raggiungiamo e pernottiamo a LISBONA. La città è gradevole, con il suo fascino retrò e dedichiamo un giorno per una visita un po’ meno frettolosa; ci attende il Museo de Arte Antigua e ci concediamo anche un giro sul mitico tranvetto ad una sola cassa, numero 28 E, anch’esso d’epoca (1940) che, con il suo scartamento ridotto, percorre ad incredibile velocità salite, discese e curve da otto volante. Forse a causa dell’eccitazione, o forse a causa delle numerose birre trangugiate, il nostro navigatore (Fabio) va in tilt e, nel giro di poche ore, ci fa percorrere per 4 volte i cinque chilometri del famoso ponte 25 Aprile.
Venerdì 14 ci attende una tappa di 379 Km che ci porta da Lisbona nell’ALGARVE una regione dedicata all’allevamento del bestiame allo stato brado, in parte semidesertica. Le strade sono tutte sterrate e il terreno cambia continuamente colore; dal bianco al giallo al rosso cupo. Qui ci improvvisiamo enduristi e ci concediamo l’emozione di far percorrere alle moto quelle rustiche e polverose carrarecce.
Domenica 16, dobbiamo raggiungere MERIDA; i giorni passano inesorabilmente e le distanze da percorrere sono ancora grandi; difendendoci come possiamodal caldo notevole che raggiunge anche i 40°, affrontiamo la tappa più lunga, ben 471 km, ma per fortuna l’umidità relativa dell’aria è contenuta ed il clima è secco. Lunedì 17, lungo lastrada che da Merida conduce a Madrid, incontriamo TOLEDO, una bella cittadella sul fiume Tajo, nota per le lame e coltelli d’acciaio, che ci induce a pernottare nel locale campeggio per osservarla meglio. Il giorno dopo, con una passeggiata di soli 101 Km, siamo a MADRID dove dedichiamo tutto il tempo a nostra disposizione al Museo del PRADO, anche questo con notevoli capolavori.
E’ inutile negare che il nostro viaggio volge al termine, purtroppo i giorni volano ed il ritorno a casa ci appare duro da accettare. 320 Km per raggiungere SARAGOZZA e altri 322 Km ci riportano a Barcellona dalla quale siamo partiti 20 giorni fa. Sulla banchina del porto dove ci stiamo per imbarcare per Civitavecchia, incontriamo un gruppo di biemmevuisti, super tecnologici, che spavaldamente raccontano il loro giro su Pirenei e costa atlantica per ben 4200 Km. Noi, molto perfidamente, con apparente distacco, li ragguagliamo sulla nostra percorrenza che raggiunge in totale i 5600 Km …. tutti su moto d’epoca !!
E’ tempo di bilanci: tutto si è svolto nel migliore dei modi, la tabella di marcia rispettata, soddisfazione per la bellezza dei luoghi visitati e per le condizioni meteorologiche incontrate, nessun incidente, nessun inconveniente meccanico degno di rilievo, tanta, tantissima soddisfazione per le emozioni ricevute ancora una volta dalle nostre generose motociclette.
Nemmeno tanto stanchi, rientriamo a Roma dove cominciamo a pensare all’anno venturo!
Un saluto a tutti
Fabio, Emiliano, Piergiorgio